Le scarpe nell’arte: rappresentazioni di un accessorio iconico – 1 parte

Le scarpe, sia come importante capo di abbigliamento, sia come accessorio di punta per completare i look, vengono rappresentate nell’arte da secoli: ritratti di gladiatori, guerrieri, damigelle di corte, nobili, imperatori e persone comuni offrono un interessante scorcio sull’evoluzione delle calzature, delle mode e dei codici estetici nel corso del tempo.

Nelle opere greche e romane del periodo classico era possibile desumere la classe sociale di appartenenza dalla foggia stessa delle calzature: la famosa caliga romana ad esempio era una tipica calzatura militare costituita da una pesante suola ed era pensata per evitare il rischio di vesciche durante le lunghe marce.
Il calceo invece era una tipologia di stivali utilizzata per lo più dalle classi sociali più elevate come gli imperatori e i senatori e venivano utilizzati anche dalle donne.

 

L’arte bizantina ci racconta l’uso dei sandali abbinati ai calzini bianchi come è possibile vedere nei mosaici di Ravenna. Di quell’epoca non si hanno molti altri dettagli in quanto era uso vestire abiti molto lunghi che coprivano quasi interamente le calzature; si sa però che gli esponenti delle classi sociali più elevate indossavano calzature ricoperte da gemme e perle mentre i contadini e la classe lavoratrice indossavano sandali simili ai modelli romani.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’arte gotica, famosa soprattutto per le sue imponenti architetture, rappresenta nei suoi dipinti le tipiche calzature dei cavalieri. La cavalleria, nata per l’appunto in Spagna nei primi del 1200, è al centro di molte opere pittoriche, con i cavalieri templari che erano soliti indossare due paia di calze di cui almeno una con la suola di cuoio. Realizzate in tessuto, queste particolari calzature erano sostenute da lacci legati attorno alla gamba.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Rinascimento, una delle più fiorenti correnti artistiche della nostra storia, ci regala moltissime testimonianze sugli usi e costumi del tempo. Le donne per esempio erano silite indossare delle pantofole in seta, in raso o in velluto, ricamate con decori, perline e fili d’oro, montate poi su un’altissima suola in legno o sughero, rivestita in cuoio. Durante il Rinascimento europeo, le scarpe col tacco erano indossate da uomini e donne per simboleggiare il loro elevato status sociale.

 

Un altro modello di calzature molto popolari durante il Rinascimento erano scarpe basse a punta larga, in alcuni casi quadrata, realizzate in morbida pelle oppure in velluto o in seta. Queste calzature erano utilizzare dagli uomini appartenenti alla nobiltà.

L’arte barocca, caratterizzata da esuberanza e teatralità, testimonia la diffusione della scarpa con il tacco. Questo tipo di calzatura veniva indossato da uomini e donne della nobiltà; in questo particolare periodo storico la moda aveva la funzione di stupire e creare effetti teatrali e le scarpe di conseguenza, si fecero sempre più eccentriche e dotate di tacchi per elevare la figura di chi le indossava.

Continua a seguirci per la seconda parte dell’articolo dedicato alle calzature nell’arte!

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